ELEZIONI ONAOSI. IN CAMPO DUE LISTE.
Una busta per votare la lista, chiusa, dentro un’altra che attesta il voto: entro il 17 maggio alle 15, i 163 mila iscritti all’Onaosi, l’Opera nazionale assistenza orfani dei sanitari italiani, dovranno aver spedito alla sede di Perugia le loro preferenze per il rinnovo delle cariche elettive della Fondazione. Per ognuna delle quattro categorie – tre di dipendenti Ssn e cioè medici-odontoiatri, farmacisti e veterinari e una "mista" di contribuenti volontari – si presentano due liste: da una parte i sindacati più rappresentativi delle rispettive categorie, uniti, e dall’altra il Caduceo che raggruppa gli ex studenti ai convitti dell’Opera. La Fondazione guidata da 5 anni da Serafino Zucchelli, già presidente Anaao, ha per mission il sostegno e la formazione dalle scuole elementari all’università sia degli orfani dei sanitari sia, in talune condizioni, dei figli di contribuenti in vita; inoltre sostiene i contribuenti stessi in condizioni di vulnerabilità e non autosufficienza.
Le precedenti elezioni sono avvenute nel 2011 e per la prima volta sono scesi in campo gli ex studenti rappresentati nel Caduceo che hanno preso il 30% dei voti, anche quest’anno sono guidati da Marina Onorato, medico in Perugia, che spiega: «Il nostro, creato nell’800, negli anni Ottanta era stato definito ente inutile, stava per essere soppresso, poi il parlamento votò sotto la spinta unitaria del mondo medico la sopravvivenza e da allora si sono succedute ottime amministrazioni, anche se nell’ultima si sono mostrati estemporaneità ed indirizzi preoccupanti come quello di inserire nello statuto, 5 mesi fa, all’articolo 1 la possibilità per Onaosi di associarsi ad altri enti previdenziali. Ora, con i suoi 450 milioni di patrimonio, Onaosi che è ente di assistenza, "sparisce" letteralmente di fronte a un Enpam da 15 miliardi che è ente di previdenza. Al nuovo articolato devono ancora dare l’ok i ministeri vigilanti, per noi del Caduceo – spiega Onorato – è un "vulnus". Così come avrebbe rappresentato un problema trasferire l’ente da Perugia, dove ha strutture per la formazione dai 6 anni in su e dà reddito a 200 famiglie (oltre a indirizzare 400 diplomati/anno al locale ateneo), a Roma, avvicinandolo di fatto proprio ad Enpam.
Eppure una tale proposta a giugno 2015 fu fatta e sarebbe passata se noi del Caduceo non avessimo osservato che non era all’ordine del giorno. Noi diciamo che il fine dell’ente non è gestire il patrimonio ma provvedere con esso nelle sedi in tutta Italia all’educazione dei giovani, in primis degli orfani senza risorse, indirizzandoli ai collegi che hanno la funzione di scuole superiori o attribuendo loro un assegno per pagarsi gli studi, e subito dopo mettendo a disposizione di ex medici farmacisti veterinari anziani rimasti soli strutture dedicate a cominciare da quella di Montebello in Perugia, fin qui gestita esternamente. Oggi Onaosi va in attivo solo grazie al rendimento del patrimonio, noi vorremmo trovare strade per garantirle più tranquillità e snellire i costi di CdI e Cda, in tutto un milione di euro di cui si potrebbe risparmiare il 60-70%».
La lista del Caduceo ha ricevuto tra gli altri il sostegno esplicito di Franco Moriconi rettore dell’Università di Perugia, e di Federspev la federazione dei sanitari pensionati e vedove il cui vicepresidente nazionale Marco Perelli Ercolini spiega: «Abbracciamo l’intenzione di questa lista di allargare le tutele anche a sanitari anziani poco abbienti e con disabilità, tanto più in quanto espressa dal Caduceo, da giovani che sono stati portati alla professione proprio da Onaosi e non solo apprezzano l’istituzione ma ne conoscono a fondo le problematiche».
Elezioni Onaosi. Intervista a Serafino Zucchelli, presidente al secondo mandato.
Patrimonio cresciuto, conti in ordine, compensi degli amministratori ridotti, un fondo da 300 mila euro per i contributi a figli disabili, uno da 500 mila euro per i fragili, assegni a chi è in condizioni di disagio economico e professionale, nuovi collegi a Torino Milano e Napoli: è il biglietto da visita della squadra che ha governato in questi 5 anni Onaosi e che ora per i medici candida nella lista Unitiperonaosi rappresentanti di tutti i principali sindacati della dipendenza e Serafino Zucchelli presidente al secondo mandato. Già leader Anaao e sottosegretario alla Salute, Zucchelli conferma: «Siamo quelli che nel 2007 abbiamo combattuto per salvare l’ente, lo abbiamo governato in questi anni, la lista comprende anche Ugl e Medici Cattolici e altri».
Una formula vincente?
«Esprime continuità con un pensiero. Da sottosegretario nel 2007 sotto la presidenza di Aristide Paci riuscimmo a tirare fuori l’ente da una polveriera. La legge che nel 2003 aveva dichiarato obbligatorio il contributo per tutti gli iscritti all’Albo aveva incontrato resistenze in molti convenzionati, e doveva ancora arrivare la crisi economica, che oggi dimostra come sia utile il nostro ente per i sanitari in difficoltà. Riuscimmo a far scrivere tre cose: primo, l’ente restava a tutela degli orfani, ma intanto cresceva l’esigenza di far fronte alla non autosufficienza, un fenomeno che riguarda il 15% dei pensionati, e inserimmo questo secondo obiettivo nella legge e nello statuto, insieme all’elezione diretta, l’iscritto elegge direttamente chi lo governa. Oggi i medici in difficoltà crescono di anno in anno, e noi a fronte di un contributo di 7 euro netti mensili gestiamo un Welfare con 43 milioni in cassa di cui solo 22 di contributi e 20 di rendite da capitale mobiliare e plusvalenze, tutte generate investendo in titoli di stato. Certo, se avessimo il doppio come negli anni 2003-07 faremmo di più».
È vero che una modifica al nuovo statuto porta l’Onaosi in orbita Enpam?
«Noi chiediamo all’Enpam di cogestire certi servizi. La Fondazione è un colosso da 17 miliardi di patrimonio contro i nostri 450 milioni, calibrato su convenzionati e liberi professionisti, come invece noi lo siamo verso i dipendenti. In statuto Enpam però oltre alla previdenza c’è l’assistenza; e contribuiscono anche medici e odontoiatri dipendenti con versamenti annuali in media da un migliaio di euro che si trasformano in una pensioncina -ad esempio io prendo 150 euro. Noi abbiamo proposto di diminuire a 300 euro il versamento dei dipendenti e di convogliarlo nell’Onaosi per garantire tutela ai non autosufficienti. Non potendo in prima battuta realizzare ciò, nel nuovo statuto diamo a Onaosi la chance di dar vita a rapporti con altri enti del mondo sanitario. Si parla di una potenzialità, non di un fatto compiuto».
Per le casse private c’è anche una richiesta del governo di investire in grandi opere.
«Noi abbiamo investito in titoli di stato 280 milioni. Non scordo che Onaosi si è vista riconoscere valore e funzione nel 2012 dal Parlamento, con la legge Balduzzi che ci ha dato la chance di spazzare via 10 mila contenziosi che eravamo stati costretti a intraprendere con chi non voleva pagare. Si è sancito che non potevamo obbligare i contribuenti a versare e che chi aveva versato non poteva chiedere indietro le somme. In ogni caso, la legge dello stato impegna Onaosi a garantire agli iscritti il frutto dei loro contributi. Così faremo. Se andar si deve verso "grandi obiettivi", in ogni caso, realizzare una collaborazione con le casse private non significa rinunciare ad esistere».
Volevate andare via da Perugia? A Roma?
«Nel nuovo statuto la sede resta Perugia e tra gli obiettivi della lista c’è il potenziamento delle strutture di Perugia. Il trasferimento fu un desiderio di un componente di maggioranza del Consiglio, ma dal quale lo stesso ha desistito».
Tra 5 anni come vorrebbe vedere l’Onaosi?
«Utile alla categoria, lo Stato non tutela gli autosufficienti, il governo Prodi mise 400 milioni un anno, 200 l’anno dopo ma poi il Fondo non è stato alimentato e oggi l’assistenza a questi pazienti è a carico di comuni depauperati cui sono stati tolti i contributi statali. Noi vorremmo offrire allo stato un patto: tu ci detassi, ci togli qualcosa come l’Irap che versiamo inopinatamente per ogni assegno che mandiamo agli orfani, e noi medici faremo da soli il nostro Welfare».
Rossella Gemma