In primo piano |
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TAVOLO MINISTERIALE SULL’APPROPRIATEZZA:
Riportiamo di seguito il commento del Presidente FNOMCeO Dr.ssa Chersevani sull’incontro.
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730 PRECOMPILATO: Nota del Ministero della Salute sul TRATTAMENTO DEI DATI SANITARI nell’ambito della dichiarazione precompilata
Riportiamo di seguito la Comunicazione n. 18 della FNOMCeO sul tema.
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REDDITI BOOM PER I GIOVANI MEDICI. OLIVETI: L’ENPAM PUO’ OFFRIRE BEN PIU’ CHE MUTUI E MATERNITA’
Casa di proprietà più abbordabile per i giovani medici e aumento delle tutele per le mamme in camice: la Fondazione Enpam perfeziona le basi per un Welfare degli iscritti, ma vorrebbe fare di più. La Cassa previdenziale dei medici ha da pochi giorni pubblicato online il documento che anche per il 2016 mette a disposizione dei suoi iscritti 100 milioni di euro – per metà riservati ai professionisti sotto i 45 anni – da destinarsi all’acquisto della prima casa. Il bando scade il 15 aprile alle 12 ed è sul sito www.enpam.it, nell’area riservata. I criteri d’accesso ai finanziamenti sono stati rivisti per allargare la platea dei potenziali beneficiari e favorire l’accesso ai fondi agli under 35 con partita Iva. Per le maternità, invece, l’Enpam spenderà nel 2016 circa 27 milioni di euro. L’impegno rientra in un più ampio programma di welfare. E’ proprio l’assistenza il nuovo fronte delle casse previdenziali privatizzate, che tutte insieme hanno speso lo scorso anno 85 milioni per tutelare la maternità, 73 milioni per prestazioni a sostegno degli iscritti, 33 milioni in ammortizzatori sociali e 80 in polizze sanitarie. Gli sforzi sono indipendenti da situazioni contingenti, che vedono per alcune categorie (infermieri, avvocati) crollare i redditi di un 10-20% nell’ultimo decennio e per altre (medici e dentisti) un balzo in avanti. Nell’intervistare Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam e da qualche mese dell’Associazione enti di previdenza privatizzata Adepp partiamo proprio da questo dato inusitato, i redditi dei medici crescono in un contesto di declino e ciò consente all’Enpam di fare la parte del leone nel nuovo Welfare delle professioni. «Senza dubbio – dice Oliveti – c’è stata una crescita tra medici e odontoiatri che svolgono la libera professione in Italia, tanto che i nostri rilevamenti nel periodo 2009-14 in realtà mostrano un incremento di oltre il 10%». Vale anche per i giovani medici, il boom? «Sì. I dati certificati del nostro bilancio ci dicono che almeno per gli iscritti all’Enpam qualcosa sta cambiando: il reddito medio degli iscritti che praticano la libera professione (la cosiddetta Quota B) è pressoché stabile dal 2009 al 2014, passando da 49.298 a 49.580 euro. Ma nella fascia di età fino a 40 anni notiamo un incremento del reddito da libera professione da 31.977 a 33.644 euro». Anche le tutele per la maternità sono state incrementate di conseguenza? «Il meccanismo che regola l’entità dello stanziamento dipende dalla composizione della platea degli iscritti: ci sono casse dove la componente femminile è alta (tra gli psicologi è al 72%) e altre dove è ridotta (tra i periti industriali si attesta intorno all’8%). Poiché in Enpam la componente femminile è molto rappresentata, lo stanziamento elevato è una conseguenza matematica. La spesa è poi finanziata con un contributo che si ripartisce per legge sull’intera categoria in base ai dati storici. Vorremmo aumentare ancora le tutele, ma i ministeri vigilanti hanno bocciato una delibera con cui intendevamo aumentare l’indennità minima, equiparare i benefici in caso di adozione nazionale e internazionale, introdurre una tutela specifica per la gravidanza a rischio, che non sarebbe più stata più trattata alla stregua di una malattia, dare la chance di compensare con versamenti volontari il buco contributivo creato durante la maternità e avviare voucher per il pagamento di babysitter e asili nido. Sia chiaro: abbiamo la possibilità per offrire ai nostri iscritti un welfare migliore, e infatti le obiezioni dei ministeri non hanno riguardato la sostenibilità. Ci sono state date motivazioni puramente formali, che stupiscono dato che arrivano proprio mentre il governo ventila aperture sul welfare dei lavoratori autonomi». Il mandato di Oliveti in Adepp: uniformare l’assistenza delle casse o tenerla differenziata a seconda delle differenti esigenze degli iscritti? «Il punto di forza delle Casse è la loro capacità di adattarsi alle loro specifiche categorie di professionisti. Sul welfare così come sui servizi stiamo studiando possibili nuove forme di collaborazione e di sinergie. Diverse Casse hanno già dato disponibilità a dare una mano alle altre per allargare la loro offerta di welfare o per bandire gare in comune. Ciò ci consentirà di offrire un welfare migliore facendo anche economie di scala». C’è poi la tutela sanitaria: quanto mette in campo Enpam? «Sul fronte sanità integrativa, Enpam ha sempre lasciato la scelta all’iscritto, permettendo che ciascuno possa modulare sulla base delle proprie esigenze la propria copertura ideale. Perciò non c’è una polizza a carico delle casse della Fondazione. Fino all’anno scorso abbiamo messo a disposizione una polizza in convenzione, da quest’anno la grande novità è stata la proposta di una copertura tramite la società di mutuo soccorso Salute Mia che prevede la detraibilità al 19% dei contributi associativi. Si tratta di un’attività che va a integrazione, e quindi a sostegno, del servizio sanitario nazionale e per la quale i nostri iscritti hanno ancora tempo per aderire fino al 29 febbraio. Crediamo di aver fatto un buon lavoro e che sia un’occasione da non perdere». Mauro Miserendino
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CREDITI ECM. ARRIVA SANATORIA MINISTERIALE PER I MEDICI COMPETENTI DEPENNATI. ECCO COME FUNZIONA IL REINTEGRO
Il ministero della Salute fa un passo verso il rientro dei cinquemila medici competenti depennati dall’elenco ministeriale l’anno scorso per non aver concluso il triennio 2011-13 in regola con i crediti Ecm. I crediti mancanti, indispensabili per continuare a svolgere il lavoro e per il cui conseguimento era stato dato anche il 2014, potranno essere conseguiti entro giugno 2016. Il "riacciuffamento" sanerà il pregresso ma per chi era stato depennato non si tratta di un automatico ritorno nell’Albo, come fa notare la Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene Industiale-Simlii: per il rientro, serve essere in regola con i crediti del nuovo triennio formativo 2014-16. In ogni caso, il decreto ministeriale 26 novembre 2015 da poco pubblicato rimedia a una situazione di vuoto che si era aperta la scorsa Pasquetta quando erano stati tagliati 5360 medici del lavoro non in regola con i crediti Ecm e ne erano rimasti 5638: contingente dimezzato, a fronte di 24 milioni di lavoratori, con pratiche forse in leggero aumento dato l’avvio del Jobs Act. Antefatto – A differenza dei colleghi, i medici che fanno la sorveglianza sanitaria nelle aziende ai sensi del Testo Unico sicurezza sul lavoro 81/2008 (igienisti, legali, o senza titoli specifici ma con 4 anni di esperienza di medico del lavoro come da decreto 277/91) per continuare a lavorare devono attestare 150 crediti in 3 anni di cui 105 in medicina del lavoro. Nel 2009 è stato istituito un albo dei medici competenti: chi non si aggiorna ne è fuori. A fine 2013 il Ministero della Salute ha dato una proroga di un anno per adeguarsi, forse consapevole che i corsi non ovunque coprissero il fabbisogno. Giunto il 2015, ha atteso Pasqua e poi ha tagliato. S’è aperto un problema per le aziende: alcune non avevano più il medico di riferimento. Non solo: gli atti dei medici depennati, spesso favorevoli al lavoratore e alla sua salute, potevano in teoria diventare impugnabili. C’è stata dunque una mediazione della Fnomceo che ha testimoniato altri motivi per cui i medici potevano essere rimasti fuori anche nel 2014, come la possibilità che i provider non avessero comunicato per tempo i crediti Ecm conseguiti. Inoltre la Fnomceo e le società di categoria hanno istituito corsi ad hoc, mentre il sindacato Anaao Assomed ha sollecitato le Asl a fare la loro parte nell’inserire corsi di medicina del lavoro nella formazione aziendale. Gli sviluppi – Con il decreto 11 novembre 2015 pubblicato lo scorso 10 febbraio, i medici competenti che per il 2014 hanno un debito formativo Ecm pari o inferiore al 50% del fabbisogno, possono acquisire i crediti entro il 30 giugno 2016. L’esecutivo Simlii esprime soddisfazione per il provvedimento, "peraltro concordato a livello istituzionale e atteso da tempo" ma avverte che la soluzione non solo appare tardiva ma potrebbe essere addirittura "inutile o controproducente". Infatti, l’attuale triennio formativo si concluderà il prossimo 31 dicembre 2016 e la maggior parte dei medici competenti esclusi dall’elenco nazionale hanno avuto modo di giustificare il mancato raggiungimento della quota prevista di crediti Ecm e sono stati rapidamente reintegrati a opera dell’ufficio ministeriale competente, mentre per chi fosse ancora rimasto fuori non basta mettersi in regola con il 2014: si deve in ogni caso completare l’attuale triennio formativo 2014-2016 e provvedere alla relativa comunicazione, non appena raggiunto il limite indicato, per essere riammessi all’attività professionale". Unica nota positiva, "la riammissione può essere fatta in qualunque momento, anche prima della scadenza naturale di fine anno 2016". Mauro Miserendino
Di seguito la Comunicazione n. 15 della FNOMCeO sul tema.
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IL VIRUS ZIKA SUPERA LA BARRIERA PLACENTARE.
L’identificazione del virus Zika nel liquido amniotico di due donne gravide, ai cui feti è stata diagnosticata la microcefalia, conferma che il virus ha la capacità di attraversare la placenta, dando forza all’ipotesi di un nesso tra l’infezione che sta diffondendosi a partire dal Brasile e questa grave malformazione alla nascita. Un gruppo di ricercatori diretti da Ana de Filippis, dell’istituto Oswaldo Cruz di Rio de Janeiro, in Brasile, ha descritto su The Lancet Infectious Diseases due casi, in cui l’analisi approfondita del genoma virale ha confermato che il ceppo di zika è analogo a quello identificato durante l’epidemia del 2013 nella Polinesia francese. Le donne, di 27 e 35 anni, vivono nella regione di Paraiba, nel Nordest del Brasile, e si sono presentate con i sintomi dell’infezione tra cui febbre, dolore muscolare, e rash cutaneo durante il primo trimestre di gravidanza. L’ecografia effettuata attorno alla ventiduesima settimana ha confermato la microcefalia. Il virus era stato finora individuato nella saliva, nel latte materno e nelle urine di madri e neonati, dopo la nascita: «Questo studio non è in grado di determinare se il virus Zika identificato in questi due casi sia stato la causa della microcefalia dei neonato» ha precisato de Filippis. «Finché non comprenderemo il meccanismo biologico che collega il virus Zika alla microcefalia non potremo essere certi che uno causa l’altra. Occorre con urgenza condurre altre ricerche. «Anche se questi dati suggeriscono con forza che il virus Zika può causare la microcefalia, il numero di casi di microcefalia legati al virus rimane ignoto» ribadisce in un commento Didier Musso, dell’Institut Louis Malarde di Tahiti, nella Polinesia francese. «Il prossimo passo sarà la realizzazione di studi caso-controllo per stimare il rischio potenziale di microcefalia conseguente all’infezione da Zika in gravidanza».
The Lancet Infectious Diseases Published Online: 17 February 2016 DOI: 10.1016/S1473-3099(16)00095-5 http://www.thelancet.com/journals/laninf/article/PIIS1473-3099
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